Fare integrazione, o per meglio dire re-integrazione, unendo due tipi di alienazione completamente differenti ma con più punti in comune di quanto possa sembrare a prima vista: è questo l’obiettivo del progetto “She Turban” dell’associazione ONLUS Sarai.
Il progetto, che ha raggiunto le pagine di Repubblica nella sezione “OncoLine” e vede nella braidese Emma Bonino la promotrice principale, è dedicato alle donne richiedenti asilo (di cui specificatamente si occupa l’ONLUS ideatrice dell’iniziativa) e a quelle che hanno dovuto affrontare un percorso di chemioterapia, spesso accomunate dalla disperata ricerca di una femminilità perduta a causa delle contingenze della vita: il classico turbante, che nella cultura africana simboleggia bellezza e fierezza, diviene quindi espressione del senso di riscatto, del forte e tanto ricercato ritorno alla vita.
La creazione dei vari turbanti è nata contestualmente al laboratorio…